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C’è una domanda che faccio spesso

Tu, <<Nome>>, di che casa sei? In che casa ti ha smistato il cappello parlante? 
Forse non hai letto Harry Potter e non sai di cosa sto parlando, te lo racconto. Quando gli studenti arrivano alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, a undici anni compiuti, nella prima sera che passano al Castello c’é un delizioso banchetto. Ma prima, uno ad uno, entrano nella Sala Grande e vengono fatti sedere su uno sgabello, indossando un cappello. È un cappello un po’ logoro che nelle pieghe nasconde una grande magia: é un cappello parlante ed è lui a valutare se il nuovo studente apparterrà alla casa di Griffondoro, Serpeverde, Corvonero o Tassorosso. 
Le case sono la famiglia degli studenti per tutto il percorso scolatisco e anche oltre: gli insegnanti per esempio continuano ad appartenere alla casa che li aveva accolti da studenti, anche se naturalmente insegnano a tutti e non fanno, o non dovrebbero fare, distinzioni tra gli studenti di una casa piuttosto che un’altra. 
Ogni lettore di Harry Potter ad un certo punto si colloca in una precisa casa: per affetto verso un personaggio, per affinità (il cappello ti smista in base a certe tue caratteristiche) o perché ha fatto un quiz on line per scoprirlo. 

Naturalmente non lo chiedo a chiunque entra

Ma lo chiedo sempre a chi prenota dei cupcakes, o dei biscotti, a tema Harry Potter. E potrebbe forse stupirti, ma ho sempre ricevuto una risposta precisa: ognuno, in cuore suo, sa a che casa appartiene. 
Mi ha risposto subito, e decisa, anche una ragazza che si è laureata ad aprile e ha scelto di festeggiare con una scorpacciata di cupcakes. Ne ha voluti alcuni a tema Laurea, e alcuni a tema Harry Potter. Mi ha confessato di essere una Serpeverde: svelare a che casa si appartiene a volte rivela alcune cose di sè e confessare di essere Serpeverde è un atto di fiducia.

Non che tutti i Serpeverde siano malvagi, e sicuramente non lo è chi mangia cupcakes, ma quasi tutti i maghi malvagi erano Serpeverde, compreso il più malvagio e pericoloso di tutti, Lord Voldemort. 
Si sono comunque riscattati: “Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto” (Harry Potter e i Doni della Morte)

Questo mese la newsletter é breve, ma spero di averti comunque trasmesso un po’ di magia. Oggi è il primo maggio, è la Festa del Lavoro, e il cupcake shop é chiuso, nonostante sia sabato.
In un mondo e in un anno in cui non esistono più i giorni festivi, a me sembrava giusto andare controcorrente. 

Nelle prime due settimane di maggio dovrò dire più di qualche no. Non amo dire di no, cerco sempre di farmi in quattro per non doverlo dire (ma non va bene, i no sono importanti per non perdere l’equilibrio), ma tra la Festa della Mamma, lo Star Wars Day e alcune grosse prenotazioni di biscotti mi sono giá segnata in agenda alcune giornate in cui non accetterò ulteriori richieste. 
Una prenotazione in particolare mi assorbirà parecchio, devo realizzare quasi un centinaio di biscotti per un matrimonio e per due giorni la sposa avrá la mia totale dedizione. 
Mi dispiacerá non poter accontentare tutti ma sono anche davvero emozionata.

Se hai voglia raccontami di che casa di Hogwarts sei, <<Nome>>, o di che casa pensi io sia. Un’idea ce l’ho, ma un diverso punto di vista mi fa sempre piacere. Puoi anche condividere questa newsletter, se ti è piaciuta e vuoi che la leggano più persone possibili. 
A presto!
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Inoltra ad un mago o una strega Inoltra ad un mago o una strega

Se sono riuscita ad aprire il cupcake shop è stato grazie ad un grosso investimento personale. Una parte, la spesa per l'acquisto del forno, è stata finanziata con un crowdfunding. Probabilmente a gennaio 2017 non mi conoscevi e forse non ne hai sentito parlare, trovi la storia nel mio blog e ti invito a leggerla perché è stata una delle cose più emozionanti che mi siano capitate.

La cifra che ho raccolto è stata fondamentale ma non mi ha permesso di acquistare l'insegna. L'insegna, un carrello per le teglie, un secondo scaffale, sono tutte piccole spese che continuo a rimandare perché finora sono stata molto attenta a restare a galla (e sono fiera di esserci riuscita). Butter Days non è una caffetteria, ma un giorno lo sarà. So che non è solo un mio sogno ma che è un desiderio di molte mie clienti.

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Grazie di esserci!
Lisa
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